In
tempi di forte conflittualità sociale, ogni diritto è sospeso, non c'è
nessuno spazio per la giustizia sociale, né la possibilità di affrontare
in maniera decisa la causa dei diritti di milioni di persone, siano
esse studentesse e studenti, lavoratori e lavoratrici, precarie e
precari, persone migranti, gay, lesbiche, bisessuali e transgender,
queer e intersessuali, uniti nella lotta collettiva per il contrasto di
qualsiasi forma di discriminazione comprese quelle per orientamento
sessuale, identità ed espressione di genere.
Nelle piazze di tutto il mondo – dagli indignados
alle proteste contro la BCE e, in Italia, attraverso le manifestazioni
per i beni comuni, per la tutela dei diritti di donne, lavoratori e
lavoratrici, studentesse e studenti, fino al decennale del G8 – è stato
smascherato il modello di sviluppo etero-capitalistico, fondato sulla
libera speculazione e sul dominio del capitale, venduto come portatore
di benessere economico e materiale, che non solo non ha condotto a un
conseguente benessere sociale, contestuale al raggiungimento di
eguaglianza e libertà soggettive, ma ha di fatto bloccato
pericolosamente importanti meccanismi di avanzamento sul piano di tutti i
diritti.
Il
sistema Pride, importante espressione della battaglia per il
riconoscimento della dignità e libertà di vivere i propri percorsi e i
propri corpi e di amare rifiutando ingerenze religiose, moralistiche e
discriminatorie, rappresenta un momento di riappropriazione di un bene
pubblico imprescindibile, riconoscimento
di un popolo, unito pur nel portato specifico delle esperienze che lo
caratterizzano. La rappresentazione del rifiuto di ogni forma di
violenza sia essa di matrice omofobica, lesbofobica, transfobica,
rezzista, xeofoba e sessista.
A
pochi giorni dal terremoto e dalla strage di Brindisi, diventa ancora
più indispensabile per noi presidiare i principali luoghi del sapere e
della formazione: arrivare a colpire la scuola, il nostro più importante
contesto di partecipazione e crescita collettiva, il luogo in cui da
anni lottiamo per la costruzione di un'altra idea di Paese, in cui
rivendichiamo nuovi e vecchi diritti, in cui lottiamo contro le Mafie,
contro ogni forma di violenza e di prevaricazione, significa colpire il
cuore della democrazia. Significa privarci del futuro del Paese. La
questione delle precarietà sociali, culturali e politiche mette in crisi
una generazione privandola del presente e del futuro: i tagli
all’istruzione e alla ricerca, la carenza di diritti e protezione
sociale, la privatizzazione dell’università e una riforma del lavoro che
smantella di fatto i diritti conquistati in anni di lotta.
È’
un occasione perché questo Pride diventi un grande laboratorio,
sperimenti pratiche nuove, inedite, di partecipazione e di elaborazione
politica alta e collettiva, che produca un avanzamento
significativo sul piano dei contenuti e delle prassi. Il 9 giugno
denunciamo chi a livello istituzionale e chi nelle fratture del
movimento, gioca al ribasso con i nostri diritti, ribadendo l’importanza
di un popolo in grado di sostenere unito il ricatto della precarietà
che spesso rende ogni discriminazione ancora più pericolosa.
Ci
opponiamo a un welfare familistico che garantisce tutela, diritti,
assistenza e servizi esclusivamente a chi rientra nel tracciato
mononormativo di una tradizione eterosessista. Rivendichiamo le unioni
tra persone dello stesso sesso, attraverso il riconoscimento del
matrimonio civile incalzando la politica e il Parlamento, dopo tante
negligenze, ad accogliere il monito della sentenza 4184/2012 della Corte
di Cassazione, in merito al riconoscimento di pari dignità e diritti ad
ogni tipo di famiglia, e della sentenza della Consulta 138/2010.
È’
pertanto fondamentale aprire un percorso politico innovativo, vedendo
questo Pride come punto di passaggio di un percorso già avviato che
possa arrivare con forza sempre maggiore nei luoghi della conoscenza
contribuendo alla formazione di una nuova coscienza dei diritti delle
persone LGBTIQ, attraverso la promozione di seminari, assemblee, corsi
di formazione, campagne politiche.
Crediamo
sia imprescindibile l’educazione al rispetto, al riconoscimento e alla
valorizzazione di ogni tipo di differenza a partire dai principali
luoghi della formazione: scuole e università, ponendo come centrale la
questione di una corretta educazione all’affettività, alla cultura
dell’inclusione e della solidarietà, contrapponendola a quella della
competizione e dell’individualismo, opponendoci con fermezza ad ogni
prassi di affermazione identitaria che passi attraverso la negazione
delle differenze, affinché ogni individuo sia libero di amare e di
essere se stess*, liber* da paure e pregiudizi.
Il
nostro ruolo attivo sui territori e nei luoghi del sapere ha il chiaro
intento di denunciare ogni giorno l’emergenza di fenomeni sessisti,
lesbo/omo/transfobici spesso poco visibili e lontani dai riflettori dei
media, spesso ignorati o, peggio ancora, rimossi, che latitano in un
background di conservatorismi sessisti, machisti, maschilisti e
patriarcali; dalle violenze domestiche alle discriminazioni sul posto di
lavoro, dallo stillicidio del minority stress al preoccupante
incremento di fenomeni di bullismo che ogni anno registra centinaia di
vittime nella scuola media primaria e secondaria.
Questo
nostro progetto si colloca in questo orizzonte di ricostituzione di un
movimento largo, dove storie ed esperienze si contaminano, ritrovando
sul terreno dei diritti l’alternativa alla fuga e alla paura: la libera
sessualità, informata e consapevole, la liberazione dei corpi e delle
soggettività, possono risultare un fattore chiave di emancipazione
collettiva in quanto portatrici di una dinamica che si sgancia da
logiche di ruoli codificati, e favorisce una più libera espressione di
identità plastiche, dinamiche e creative. Pratica di vita che faccia
riscoprire, al di là di ogni rigidità e meccanizzazione dei desideri,
potenziali spinte di sviluppo per un nuovo modello di relazioni
affettive, di welfare, tipologie di cittadinanza inclusiva e nuove forme
di vita e di relazioni sociali alternative al modello neocapitalista,
patriarcale ed eteronormante.
Come proponenti e sottoscrittori del presente documento il nostro impegno sarà volto a:
Nella scuola media secondaria:
-
Supporto ad azioni e campagne per la diffusione dell’educazione alle differenze e alla sessualità sia all’interno di percorsi avviati a livello istituzionale, sia a livello di progettualità autonome.
-
Sviluppo e sostegno di campagne volte alla prevenzione e alla riduzione di fenomeni discriminatori in merito al sessismo, lesbofobia, omotransfobia agendo di concerto con quelle realtà che nel mondo della scuola si impegnano in altri ambiti d’azione, tra cui razzismi, xenofobia, discriminazione nei confronti di persone con disabilità.
-
Promozione di azioni volte alla riqualificazione degli spazi, per vivere la scuola in ogni suo sviluppo potenziale, politico e ricreativo.
-
Impegno nel portare nelle scuole campagne di sensibilizzazione in merito alle MST promuovendo la stampa di materiali informativi, lo sviluppo di percorsi formativi ad hoc in collaborazione con esperti/e del settore.
-
Promozione di percorsi anti-bullismo che coinvolgano studenti, studentesse, docenti e genitori, sia che si tratti di azioni concertate a livello istituzionale, sia di azioni autonome.
-
Creazione di reti territoriali che sviluppino sinergie tra realtà scolastiche, associazionistiche e sindacali.
In ambito universitario:
-
Promozione di carte dei diritti volte al superamento di barriere derivanti da: sesso, identità e espressione di genere, orientamento sessuale, razza, etnia, provenienza geografica, disabilità.
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Diffusione della campagna in merito al ”doppio libretto” come misura di garanzia per studentesse e studenti in transizione.
-
Promozione di seminari, workshop, assemblee e dibattiti su studi di genere, teoria queer, storia e pratiche del femminismo e del movimento LGBTIQ.
-
Iniziative culturali che agevolino rapporti di rete tra Atenei e tessuto politico-associazionistico.
-
Far pressione perché gli Atenei siano promossi nei codici deontologici il contrasto a ogni forma di discriminazione, ivi compresa quella sessista, lesbofobica e omotransfobica.
-
Promozione e sviluppo di ricerche in ambito universitario in merito alle realtà LGBTIQ, anche attraverso autoinchieste degli Atenei.
-
Promozione di ricerche in merito alle dinamiche intersettoriali dei fenomeni discriminatori.
Convertiamo
pertanto la rabbia in determinazione, il fermento in lucida strategia, e
sostenendo la piattaforma del Bologna Pride e dei Pride Regionali,
sosteniamo la lotta ad ogni tipo di discriminazione come pure, in questo
grave momento di crisi, la popolazione duramente colpita del terremoto.
Scendiamo in piazza a Bologna in nome dei diritti di tutte le persone.
Proponenti
Rete della Conoscenza
Arcigay
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