mercoledì 6 giugno 2012

Liber* di essere, liber* di amare verso il Bologna Pride 2012

In tempi di forte conflittualità sociale, ogni diritto è sospeso, non c'è nessuno spazio per la giustizia sociale, né la possibilità di affrontare in maniera decisa la causa dei diritti di milioni di persone, siano esse studentesse e studenti, lavoratori e lavoratrici, precarie e precari, persone migranti, gay, lesbiche, bisessuali e transgender, queer e intersessuali, uniti nella lotta collettiva per il contrasto di qualsiasi forma di discriminazione comprese quelle per orientamento sessuale, identità ed espressione di genere.

Nelle piazze di tutto il mondo – dagli indignados alle proteste contro la BCE e, in Italia, attraverso le manifestazioni per i beni comuni, per la tutela dei diritti di donne, lavoratori e lavoratrici, studentesse e studenti, fino al decennale del G8 – è stato smascherato il modello di sviluppo etero-capitalistico, fondato sulla libera speculazione e sul dominio del capitale, venduto come portatore di benessere economico e materiale, che non solo non ha condotto a un conseguente benessere sociale, contestuale al raggiungimento di eguaglianza e libertà soggettive, ma ha di fatto bloccato pericolosamente importanti meccanismi di avanzamento sul piano di tutti i diritti.
Il sistema Pride, importante espressione della battaglia per il riconoscimento della dignità e libertà di vivere i propri percorsi e i propri corpi e di amare rifiutando ingerenze religiose, moralistiche e discriminatorie, rappresenta un momento di riappropriazione di un bene pubblico imprescindibile, riconoscimento di un popolo, unito pur nel portato specifico delle esperienze che lo caratterizzano. La rappresentazione del rifiuto di ogni forma di violenza sia essa di matrice omofobica, lesbofobica, transfobica, rezzista, xeofoba e sessista.
A pochi giorni dal terremoto e dalla strage di Brindisi, diventa ancora più indispensabile per noi presidiare i principali luoghi del sapere e della formazione: arrivare a colpire la scuola, il nostro più importante contesto di partecipazione e crescita collettiva, il luogo in cui da anni  lottiamo per la costruzione di un'altra idea di Paese, in cui rivendichiamo nuovi e vecchi diritti, in cui lottiamo contro le Mafie, contro ogni forma di violenza e di prevaricazione, significa colpire il cuore della democrazia. Significa privarci del futuro del Paese. La questione delle precarietà sociali, culturali e politiche mette in crisi una generazione privandola del presente e del futuro: i tagli all’istruzione e alla ricerca, la carenza di diritti e protezione sociale, la privatizzazione dell’università e una riforma del lavoro che smantella di fatto i diritti conquistati in anni di lotta.
È’ un occasione perché questo Pride diventi un grande laboratorio, sperimenti pratiche nuove, inedite, di partecipazione e di elaborazione politica alta e collettiva, che produca un avanzamento significativo sul piano dei contenuti e delle prassi. Il 9 giugno denunciamo chi a livello istituzionale e chi nelle fratture del movimento, gioca al ribasso con i nostri diritti, ribadendo l’importanza di un popolo in grado di sostenere unito il ricatto della precarietà che spesso rende ogni discriminazione ancora più pericolosa.
Ci opponiamo a un welfare familistico che garantisce tutela, diritti, assistenza e servizi esclusivamente a chi rientra nel tracciato mononormativo di una tradizione eterosessista. Rivendichiamo le unioni tra persone dello stesso sesso, attraverso il riconoscimento del matrimonio civile incalzando la politica e il Parlamento, dopo tante negligenze, ad accogliere il monito della sentenza 4184/2012 della Corte di Cassazione, in merito al riconoscimento di pari dignità e diritti ad ogni tipo di famiglia, e della sentenza della Consulta 138/2010.
È’ pertanto fondamentale aprire un percorso politico innovativo, vedendo questo Pride come punto di passaggio di un percorso già avviato che possa arrivare con forza sempre maggiore nei luoghi della conoscenza contribuendo alla formazione di una nuova coscienza dei diritti delle persone LGBTIQ, attraverso la promozione di seminari, assemblee, corsi di formazione, campagne politiche.
Crediamo sia imprescindibile l’educazione al rispetto, al riconoscimento e alla valorizzazione di ogni tipo di differenza a partire dai principali luoghi della formazione: scuole e università, ponendo come centrale la questione di una corretta educazione all’affettività, alla cultura dell’inclusione e della solidarietà, contrapponendola a quella della competizione e dell’individualismo, opponendoci con fermezza ad ogni prassi di affermazione identitaria che passi attraverso la negazione delle differenze, affinché ogni individuo sia libero di amare e di essere se stess*, liber* da paure e pregiudizi.
Il nostro ruolo attivo sui territori e nei luoghi del sapere ha il chiaro intento di denunciare ogni giorno l’emergenza di fenomeni sessisti, lesbo/omo/transfobici spesso poco visibili e lontani dai riflettori dei media, spesso ignorati o, peggio ancora, rimossi, che latitano in un background di conservatorismi sessisti, machisti, maschilisti e patriarcali; dalle violenze domestiche alle discriminazioni sul posto di lavoro, dallo stillicidio del minority stress al preoccupante incremento di fenomeni di bullismo che ogni anno registra centinaia di vittime nella scuola media primaria e secondaria.
Questo nostro progetto si colloca in questo orizzonte di ricostituzione di un movimento largo, dove storie ed esperienze si contaminano, ritrovando sul terreno dei diritti l’alternativa alla fuga e alla paura: la libera sessualità, informata e consapevole, la liberazione dei corpi e delle soggettività, possono risultare un fattore chiave di emancipazione collettiva in quanto portatrici di una dinamica che si sgancia da logiche di ruoli codificati, e favorisce una più libera espressione di identità plastiche, dinamiche e creative. Pratica di vita che faccia riscoprire, al di là di ogni rigidità e meccanizzazione dei desideri, potenziali spinte di sviluppo per un nuovo modello di relazioni affettive, di welfare, tipologie di cittadinanza inclusiva e nuove forme di vita e di relazioni sociali alternative al modello neocapitalista, patriarcale ed eteronormante.
Come proponenti e sottoscrittori del presente documento il nostro impegno sarà volto a:
Nella scuola media secondaria:
  • Supporto ad azioni e campagne per la diffusione dell’educazione alle differenze e alla sessualità sia all’interno di percorsi avviati a livello istituzionale, sia a livello di progettualità autonome.
  • Sviluppo e sostegno di campagne volte alla prevenzione e alla riduzione di fenomeni discriminatori in merito al sessismo, lesbofobia, omotransfobia agendo di concerto con quelle realtà che nel mondo della scuola si impegnano in altri ambiti d’azione, tra cui razzismi, xenofobia, discriminazione nei confronti di persone con disabilità.
  • Promozione di azioni volte alla riqualificazione degli spazi, per vivere la scuola in ogni suo sviluppo potenziale, politico e ricreativo.
  • Impegno nel portare nelle scuole campagne di sensibilizzazione in merito alle MST promuovendo la stampa di materiali informativi, lo sviluppo di percorsi formativi ad hoc in collaborazione con esperti/e del settore.
  • Promozione di percorsi anti-bullismo che coinvolgano studenti, studentesse, docenti e genitori, sia che si tratti di azioni concertate a livello istituzionale, sia di azioni autonome.
  • Creazione di reti territoriali che sviluppino sinergie tra realtà scolastiche, associazionistiche e sindacali.
In ambito universitario:
  • Promozione di carte dei diritti volte al superamento di barriere derivanti da: sesso, identità e espressione di genere, orientamento sessuale, razza, etnia, provenienza geografica, disabilità.
  • Diffusione della campagna in merito al ”doppio libretto” come misura di garanzia per studentesse e studenti in transizione.
  • Promozione di seminari, workshop, assemblee e dibattiti su studi di genere, teoria queer, storia e pratiche del femminismo e del movimento LGBTIQ.
  • Iniziative culturali che agevolino rapporti di rete tra Atenei e tessuto politico-associazionistico.
  • Far pressione perché gli Atenei siano promossi nei codici deontologici il contrasto a ogni forma di discriminazione, ivi compresa quella sessista, lesbofobica e omotransfobica.
  • Promozione e sviluppo di ricerche in ambito universitario in merito alle realtà LGBTIQ, anche attraverso autoinchieste degli Atenei.
  • Promozione di ricerche in merito alle dinamiche intersettoriali dei fenomeni discriminatori.
Convertiamo pertanto la rabbia in determinazione, il fermento in lucida strategia, e sostenendo la piattaforma del Bologna Pride e dei Pride Regionali, sosteniamo la lotta ad ogni tipo di discriminazione come pure, in questo grave momento di crisi, la popolazione duramente colpita del terremoto.
Scendiamo in piazza a Bologna in nome dei diritti di tutte le persone.
Proponenti
Rete della Conoscenza
Arcigay

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