giovedì 19 aprile 2012

La Rete della Conoscenza a Romano La Russa: Un altro pugno alla dignità, un altro esempio di imbecillità

Romano La Russa ha superato l'ennesima prova di ignoranza a pieni voti: dopo aver ribadito il concetto che i gay sono per lo più malati in una trasmissione radiofonica, è ritornato a esprimersi sulla questione in consiglio Regionale. Prima che l'aula si pronunciasse su una mozione di censura a suo carico, l'assessore alla sicurezza ha spiegato che chi sfila ai pride discrimina chi ha la sola "colpa" di essere eterosessuale, che comunque esistono psicologi in grado di offrire cure per questa malattia. Ovviamente ha precisato che tutto questo non ha niente a che vedere con l'omofobia. Ma l'affermazione più aulica e dotta è stata la sua convinta esclamazione, in cui ha dichiarato:  «la coppia dovrebbe formarsi fra soggetti in grado di procreare, perchè quando non ci saranno più coppie etero la nostra società sarà destinata all'estinzione». In pratica gli omosessuali potrebbero essere la nuova meteora in grado di far estinguere la vita sul pianeta, questa volta toccherebbe alla razza umana. Un ragionamento che non fa una piega, degno di una scuola giurassica. 





Colpiti dal suo brillante discorso, i suoi colleghi di partito e tutta la maggioranza di centrodestra hanno impedito che la mozione di censura fosse approvata. Tenendo tutti a precisare che non c'è nulla di discriminatorio in questo. 


Ancora una volta non possiamo che rimanere sbigottiti da questi umilianti carrozzoni e sceneggiate a cui la politica italiana e il centrodestra in particolare, ci costringe ad assistere.
Come studentesse e studenti rimaniamo vigili e attenti a queste spinte discriminatorie, e non solo nei luoghi della formazione dove si moltiplicano ogni giorno pericolosi attacchi omo-transfobici, non solo da parte di studenti ma anche da parte di docenti e personale amministrativo. Sono stati molti i casi negli ultimi anni in cui personaggi pubblici e accademici si sono spinti in dichiarazioni omofobe, oscurantiste, pericolose e anti-scientifiche.
Dobbiamo saper dire a gran voce che nelle nostre scuole e università, come in ogni altra istituzione pubblica e laica non c’è spazio per ogni forma di opinione discriminatoria.Riteniamo, infatti, grave che personaggi pubblici e con visibilità mediatica facciano allusioni lesive della dignità delle persone, perché non solo contribuiscono a nutrire il terreno sul quale l’omofobia si radica, ma possono seriamente generare conseguenze pericolose sul piano sociale.


Come Rete della Conoscenza ci auguriamo che sia presto approvata l'aggravante penale per le discriminazioni omofobe, come misura sanzionatoria  e di contenimento di questi continui attacchi arbitrari alla comunità lgbtqi. L'istigazione all'omofobia e all'odio sociale per chi appare diverso ha già pervaso il nostro Paese in questo ventennio, causando solamente arretramento culturale e danni a chi ha le spalle meno forti come gli adolescenti, che di questo tema hanno bisogno di sentir parlare, ma non in questi termini, anzi attraverso un'educazione alle differenze e alla sessualità a partire dalle scuole primarie, come misura di incivilimento e avanzamento culturale per prevenire ogni forma di discriminazione futura e presente.


 Per quanto riguarda questi sedicenti professionisti della psicologia a cui allude La Russa, che pare siano in grado di curare l'omosessualità, chiediamo anche di offrire a tutti i fascisti, i razzisti, i sessisti, i conservatori, gli istigatori, gli omofobi etc. una cura tempestiva. Nell'attesa di quel giorno continueremo a schierarci sempre dalla parte di chi  pretende diritti e giustizia sociale, pronti a denunciare tutte le discriminazioni che questo Paese perpetua ai danni di omoessuali, bisessuali e transessuali. Ci domandiamo infine chi pagherà il conto di questo pesante clima fatto di pane e discriminazioni gratuite, in cui questi continui attacchi non saranno solo un pugno nella pancia di chi ne è destinatario, ma saranno un pungo doloroso alla dignità e alla crescita di un intero Paese sempre più in crisi.




Studentesse e studenti della Rete della Conoscenza

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